Recensione dell'album 4 stelleUna seconda uscita gioiosa, in cui la band non si sottrae a nuove personalità sonore: Millie Tempo Pubblicato: 14 febbraio 2025 Etichetta: Matador È naturale che invecchiando e cambiando i nostri gusti, i nostri riferimenti culturali e l'ambiente circostante, si evolva anche la nostra idea di come l'arte e l'amicizia possano essere incarnate. Nel 2022, con il debutto "Versions Of Modern Performance", le Horsegirl erano rumorose art rocker liceali; la seconda volta, il trio di Chicago composto da Nora Cheng, Penelope Lowenstein e Gigi Reece si presenta come compagne di vita attraverso un affascinante disco indie pop di ispirazione slacker. Quando gli strumenti della prima traccia "Where'd You Go" suonano, la batteria rotolante e la tonalità brillante confermano il fatto che le Horsegirl non sono rimaste aggrappate alla loro fase Sonic Youth. L'approccio stilistico del trio è qui magistralmente guidato da Cate Le Bon alla produzione, che ha incoraggiato la band a dilettarsi con archi e strumenti gamelan. Non sorprende che questo ottenga un paesaggio sonoro quasi infantile, come in "Well I Know You're Shy" e nella conclusiva "I Can't Stand To See You" (che termina letteralmente con il testo "And it's oh so plain to see / How often I think sentimentally"). È anche un album che bilancia brani in levare con melodie più lente e orecchiabili: mormorii vocali e delicate armonie sono stratificati su leggere corde acustiche mentre sotto risuonano caldi toni di basso, evocando strutture folk tradizionali in canzoni come "Julie", "Frontrunner" e "Information Content". Sebbene gli Horsegirl non presentino idee musicali rivoluzionarie, in questa gioiosa seconda uscita la band non si sottrae a nuove personalità sonore. Il tuo abbonamento non è stato salvato. Riprova. La tua sottoscrizione è andata a buon fine.
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Una seconda uscita gioiosa in cui la band non si sottrae a nuove personalità sonore.