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Erika de Casier-Vita

Erika de Casier-Vita

      Nel suo quarto album, l'artista danese collega magistralmente le sue epoche, ripercorrendo, modificando e aggiornando il suono di rapture che ha coltivato nel tempo.

      

      

      

      

       09 · 05 · 2025

      

      

      

      

      

      

      Dal momento che il clavicembalo-flesso RnB di 2019 'Essentials', Erika de Casier ha esaltato i solchi sincopati di Y2K monomania nel suo lavoro. Il suo ultimo full-length, ‘Lifetime', è emerso come una reliquia di quell'epoca. Da una scia di briciole di pane e teaser la sua vera forma è stata rivelata solo la scorsa settimana con il cantautore danese mettendo un numero limitato di cassette senza titolo in vendita su Bandcamp. Scoperto dai fan zelanti e dagli streamer online per essere il quarto album in studio di Erika, il suo formato lost tape risale all'MTV degli anni ‘90 e alla TRL post-millenaria; quando la musica era tangibile e televisiva, consumata lentamente e deliberatamente, foldout e fanzine sparse sul pavimento, testi studiati e decifrati. 

      

      Erika è stata, a volte, criticata per la produzione di un suono che è preoccupato di essere low-key, lunatico e scenico, mai davvero sciolto come nella sua collaborazione club-distorta con Nick León, ‘Bikini’, o il colpo frizzante confezione degli inni K-pop che ha aiutato ingegnere nel 2023. In "Lifetime", Erika modifica sottilmente il languore nella sua musica d'animo per confessionali usurati che sono grezzi e ruvidi, sostenuti da un mix a bassa risoluzione, abilmente costruito di new jack swing e trame trip-hop, quiet storm e lilting cool jazz. 

      Scritta e autoprodotta tra agosto 2023 e novembre 2024, Erika ha bypassato il rilascio con 4AD, l'etichetta del Beggars Group che ha distribuito il suo secondo lavoro "Sensational" e lo scorso anno "Still". È una mossa intenzionale: "Lifetime" è Erika che ricalibra stridentemente il suo suono sottovalutato in un ritratto color seppia che illustra il passare del tempo; la perdita della giovinezza e dell'innocenza, l'esile elusività degli anni passati e le esperienze che ci induriscono e ci cambiano, man mano che maturiamo. Gli apripista "Miss" e "You Can't Always Get What You Want" stabiliscono quei marcatori nella fase iniziale; i groove melodica pulsano con calma rassicurazione, ma anche angoscia e malinconia per ciò che è accaduto, mescolati con un'anticipazione nervosa di ciò che ci aspetta.

      

      Originariamente intitolato 'Midnight Caller', Erika inquadra i suoi versi in modo allettante come note notturne, ripetendole e riecheggiando in modi mantrici. La costruzione del mondo è sexy e la scrittura whipsmart. 'The Chase‘, costruito da bip composti, un battito lucido e voci distanti dispiegano l’ "attrazione traumatica" nel cuore di questo numero di gatto e topo, incapsulando vividamente la natura oscura delle situazioni moderne; ‘Moan’ ribalta l'interruttore, posizionando un'Erika ammaccata ma acquiescente in vena di felicità coitale-gemendo, tubando e facendo le fusa per raggiungere l'orgasmo. La penultima traccia delirante ‘Two Thieves', una scappatella ambient con linee di basso profonde e percussioni lente, è Erika al culmine dei suoi poteri sensoriali-un condotto per un incontro a tarda notte che può o non può aver avuto luogo. È tutto nel silenzio e nello spazio in mezzo. 

      Sul trucco titolare smaltato, Erika è un condotto attraverso vite. "Indugia nel mio corpo quando mi rendo conto che l'amore è tutto ciò che abbiamo e sarò l'adulto di cui ha bisogno, lo prometto Er” canta Erika sia per l'oggetto del suo duraturo affetto che per il suo sé più giovane e flessibile che aveva bisogno di quel po' di saggezza trovata. È un paean pieno di anima e atmosferico alla chiarezza che viene da un amore di sé che ora è realizzato e radicato. 

      Nel suo quarto album, Erika de Casier sostiene il suo nous collaborativo, appoggiandosi al suo istinto di produttore. Come una storia d'amore lenta, ‘Lifetime ' è una collezione che si estende per anni e il pay-off non è immediato. Erika de Casier non è mai stata una che dipinge con pennellate trasformative. In "Lifetime" collega magistralmente le sue epoche, tornando indietro, modificando e aggiornando il suono di rapture che ha coltivato nel tempo. In "Lifetime", è finalmente arrivata al suono di sweet surrender. 

      9/10

      Parole: Shahzaib Hussain

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