A tre anni da ‘Hugo', Loyle Carner torna con ' speriamo !'- una collezione contemplativa, decisamente indie che scambia l'innovazione sonora per la quiete e la chiarezza emotiva. Sono finiti i ritmi in forte espansione e le note vocali dei dischi precedenti; al loro posto c'è una tavolozza sommessa e organica che avvolge l'introspezione in chitarre sognanti, pause di batteria dal vivo e foschia ispirata allo shoegaze.
L'album si apre con "feel at home", una traccia basata sul breakbeat che dà il tono: senza fretta e deliberata. Qui, veniamo introdotti ad alcuni dei temi centrali dell'album: famiglia, responsabilità e scopo. È un disco per la mattina presto e la sera tardi, dove i testi si dipanano lentamente, ancorati alla consegna sempre introspettiva di Carner. La produzione riguarda meno l'audacia e più lo spazio-lasciando la sua voce seduta davanti e al centro, cruda e per lo più intatta. Non si nasconde più dietro la trama; invece, si sta mettendo a nudo. Il tono dell'album riflette il cambiamento nello stile di vita di Carner. Allevando il suo giovane figlio, il senno di poi è maturato nella maturità, creando la capacità di fermarsi, di aggrapparsi al momento nel momento stesso.
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C'è una chiara linea trasversale dall'inizio alla fine. Tracce come "in my mind" e "all I need" fluttuano lungo una corrente malinconica condivisa – guidata dalla chitarra, minimale e vocalmente sommessa. Mentre questa coesione consente un'esperienza di ascolto fluida, il lato negativo è la mancanza di varietà. A metà strada-su brani come "lyin" e "time to go" – il disco rischia di perdere slancio, suonando più come variazioni su un tema che dichiarazioni audaci.
'horcrux' finalmente interrompe la pausa, iniettando strumentazione jazz e un flusso più snappier, il suo omaggio al "Batterista Funky" un gradito cenno alle radici hip-hop di Carner. 'si spera', la title track, è un altro punto culminante-jazzy, stratificato, e con un campione standout Benjamin Zephaniah che offre qualche texture tanto necessaria. 'purpose', con armonie blu navy e gospel, è un'altra sorpresa dell'ultimo album che sembra che sarebbe dovuta arrivare prima nella tracklist.
L'album si chiude con "about time", un momento eccezionale di tranquilla responsabilità, contemplando la paternità e la crescita personale con equilibrio. "Leggi lo stesso libro e racconta una storia diversa”, riflette su "don't fix it", una frase che riassume il progetto. Questo è un Carniere familiare, solo più raffinato, più certo.
Eppure, mentre ' si spera ! è tematicamente ricco, non è avventuroso dal punto di vista sonoro, appoggiato alla malinconia soul per cui è stato a lungo conosciuto. È un disco stripped-back, introspettivo-una capsula del tempo, se vuoi. Alla fine, " speriamo !"non sta cercando di essere innovativo. Sta cercando di essere onesto. È un record per coloro che sono cresciuti con Carner-quelli che, come lui, stanno capendo le cose lentamente. Fai un respiro. Ci arriveremo-speriamo!
8/10
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Parole: Aimee Phillips
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