Ci vuole un certo tipo di performer per entrare in un’arena da 20.000 posti e farla sembrare sia una festa di compleanno sia uno show televisivo che guarderesti in TV.
Nella prima di due serate e sold-out al The O2, il membro più senior dei BTS, Kim Seok-jin – conosciuto semplicemente come Jin – ha ottenuto proprio questo, trasformando il suo debutto solista globale in qualcosa di intimo, gioioso e chiaramente suo.
Meno un concerto tradizionale di K-pop e più un’estensione dal vivo della sua serie web ironica Run Jin, la tappa londinese del #RUNSEOKJIN_EP.TOUR è stata una celebrazione della sua arte da solista e un’esibizione del suo umorismo e della sua maestria scenica.
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Sebbene sia principalmente conosciuto come un settimo di BTS – probabilmente il gruppo di K-pop più influente di questa epoca – Jin ha silenziosamente costruito un’identità da solista da quando è stato il primo membro a completare il servizio militare obbligatorio in Corea del Sud, nel giugno 2024.
Il suo ritorno è stato rapido e mirato, con due EP solisti – ‘Happy’ e ‘Echo’ – che hanno mostrato sia il suo istinto comico sia la sua crescita vocale costante.
Il tour, lanciato a Goyang, passando per grandi città in Asia, negli USA e attualmente in Europa, è il suo primo grande sforzo come artista da headline. Ma se c’erano nervosismo, erano abilmente nascosti.
L’atmosfera all’interno del The O2 era elettrica fin dall’inizio. Quando le luci si sono spente esattamente alle 20:00, il pubblico è esploso in uno dei più forti saluti mai visti in questa venue – un’onda di applausi così intensa che anche il personale più esperto dell’arena ha commentato il volume straordinario.
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Jin è apparso al centro del palco con una giacca letterman blu e bianca decorata con il suo nome, apparendo proprio come un presentatore televisivo che spesso si è preso in giro di essere. Aprendo con il brano energico ‘Happy’ e subito seguendo con l’ottimista ‘I’ll Be There’, si è mosso su un palco che si estendeva profondamente tra la folla, dando il tono a una serata guidata più dal carattere che dalla musica.
Ciò che distingue questo spettacolo da altre produzioni di K-pop è la sua deliberata assenza di pretesa narrativa. Invece di interludi cinematografici o transizioni strettamente scriptate – che sono solitamente la norma per concerti di questo tipo – il concerto di Jin ha adottato il formato di un show televisivo dal vivo.
Tra una canzone e l’altra, ha guidato i fan attraverso una serie di sfide interattive prese direttamente da Run Jin. In “Connect ARMY,” il pubblico doveva mimare silenziosamente le frasi mentre Jin indovinava solo dai gesti. La ricompensa era una penitenza – in questo caso, esibire il singolo comico ‘Super Tuna’ vestendo un costume di alieno gonfiabile. I fan, con cappelli a forma di pesce e peluche di tonno in mano, si sono divertiti molto e hanno abbracciato l’assurdità.
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Sono seguiti altri giochi: la “Sing Along Challenge” ha visto il pubblico di Londra intonare con sorprendente fluidità ‘Moon,’ brano solista dei BTS, spingendo Jin a meravigliarsi della loro pronuncia e delle capacità di canto (che ha elogiato come le migliori di tutte le città che ha visitato quest’anno).
Durante la serata, la sintonia tra artista e pubblico è sembrata naturale – con Jin che ha costruito affetto attraverso vulnerabilità e umorismo, spesso sfumando i confini tra host e performer.
Detto ciò, la musica stessa non è mai passata in secondo piano. Una buona parte della scaletta era tratta da ‘Echo,’ un album che segnava una netta rottura dal territorio di ballad abbondanti di ‘Happy.’ ‘With The Clouds’ e ‘Don’t Say You Love Me’ sono arrivate con chiarezza, quest’ultimo soprattutto per le linee vocali in registro più basso che si sposano con il suo tono e ne evidenziano la crescente versatilità come solista.
‘Loser’, il suo inno pop-punk con YENA, è stato eseguito con l’intera band, completo di testi sullo schermo che hanno guidato il pubblico in un’energica canzone collettiva. ‘Rope It’, un brano country-rock dal suono twang, è stato accompagnato da onde di luci rosse e gialle e da un completo western tempestato di strass.
Uno dei momenti più forti dal punto di vista vocale è stato durante ‘Nothing Without Your Love’ – pieno di gravità emotiva senza cadere nel melodramma. ‘Abyss’, eseguito su un pianoforte verticale tinto di viola sotto un singolo riflettore, ha offerto un momento di profonda introspezione, mentre il suo inizio a cappella di ‘The Astronaut’ – curiosezza, offerto come un’improvvisa sorpresa dopo un gioco – è stato accolto con entusiasmo.
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Mentre lo show proseguiva verso l’ultimo terzo, il tono si è spostato da spensierato a nostalgico. Una breve interruzione a tema giochi ha preparato il terreno per un medley dei BTS: ‘Dynamite,’ ‘Butter,’ ‘Mikrokosmos’ e ‘Spring Day,’ ciascuno accolto con una risposta travolgente dai fan di lunga data.
L’accesso finale è iniziato con ‘Epiphany,’ il primo brano solista di autoaffermazione di Jin, originariamente pubblicato come parte dei BTS, questa volta riproposto con un’orchestrazione delicata. L’ha seguito di nuovo con ‘Moon,’ scendendo tra i primi ridando vita ai fan per cantare l’intro falsettato – giudicando scherzosamente ogni tentativo con un mix di critica finta e affetto. La serata si è conclusa con ‘To Me, Today.’
Il tour di Jin proseguirà con due spettacoli a Amsterdam (9-10 agosto), chiudendo un viaggio di 18 tappe.
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Parole: Maria Letícia L. Gomes
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