Volevo che l'album avesse un senso di luogo; non mi importava davvero se fosse reale o accurato, o se significasse qualcosa o no.
A differenza di 'I Looked Out', che è stato una specie di successo inatteso, per 'Burnover' c'è un vero senso di attesa o di desiderio. Com'è stata per te l'esperienza di scrivere, registrare e pubblicare questa volta? È stata una sfida conciliare questo aspetto con la crescente esposizione e gli impegni in tour?
È stato difficile. Sento di aver appena preso confidenza su come bilanciare la scrittura, il tour e la mia vita. Per me c'è stata sicuramente una curva di apprendimento riguardo a tutta questa roba "professionale" della musica, gran parte della quale è noiosa e stupida. Ma è un privilegio che le persone siano entusiaste e vengano a conoscenza della mia musica.
Gran parte di 'Burnover' sembra riflettere sulla complessa relazione tra identità e luogo. La sua creazione ti ha aiutato a comprendere meglio qualche aspetto di te stesso? Se sì, in che modo?
Penso che mi abbia aiutato a esternalizzare molti sentimenti che avevo allora. Forse questo, in un certo senso, mi ha aiutato a elaborare il mio senso di luogo e di sé. Ma non ho fatto (e non cercavo di fare) grandi rivelazioni sulle persone o sulla cultura; la maggior parte di queste canzoni parla di me o di un sentimento che avevo.
Qual è la tua peggior abitudine musicale? Rompere le corde della chitarra a ogni concerto, fin dal mio primo live quando avevo 12 anni.
Infine, DIY viene a cena - cosa stai preparando? Pollo Guisado ;)
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