All’inizio di quest’anno Dev Hynes, con lo pseudonimo Blood Orange, ha pubblicato il suo quinto album in studio ‘Essex Honey’ – un omaggio dalle radici a sua madre e allo sviluppo urbano e alle panoramiche pastorali della sua infanzia. La raccolta, emotivamente risonante, ha messo in evidenza la capacità di Hynes di far emergere il meglio negli artisti che gli orbitano intorno; che offrano frasi di affermazione in primo piano o arricchiscano i brani immergendoli scenograficamente sullo sfondo.
Figura imponente del retro-futurismo, la maestria di Dev Hynes come collaboratore attraverso i generi non può essere sopravvalutata. È un creatore liminale; tanto studioso del folklore pop quanto sostenitore di progressive RnB, rock, trip-hop, neo-psichedelia e funk. La carriera di Hynes ha talvolta incrociato il mainstream, sebbene mai in modi convenzionali. Ha tinto artisticamente tracce di icone come Kylie Minogue e Mariah Carey, pur assecondando le sue tendenze di shock-futuro in brani di musicisti sperimentali come FKA twigs e Blackhaine.
Questa lista commemorativa rende omaggio a Dev Hynes come co-autore, strumentista e produttore. Il team di CLASH esplora una delle discografie più avvincenti della musica, selezionando 10 brani preferiti di altri artisti imbevuti del tocco impalpabile di Hynes.
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Solange – Losing You
Il beat è quasi nulla – una cornice, un contorno – le macchine di Dev che battono vuote, una scatola di latta per il rifiuto di Solange di regalarti la ferita pulita. Nessun ritornello trionfante, nessuna risoluzione ordinata, nessuna gratificazione orecchiabile, ma lo scheletro di drum machine, clap frantumati e una linea di tastiera scagliata contro parquet economico e aria in affitto. Nessun rogo per il cuore spezzato, questa è intimità al suo granulo più sottile: la lenta sottrazione incrementale di qualcuno dai tuoi giorni. Perché forse l’amore è solo questo: una voce che chiede ancora e ancora ciò che già sa, ti sto perdendo per sempre? Bryson Edward Howe
Sugababes – Flatline
All’inizio degli anni 2010 le icone del pop britannico Sugababes attraversavano una sorta di crisi d’identità. Tra controversie con l’etichetta e cambi di formazione che portarono infine a un’assenza indefinita, sembrava che il trio creatore di hit stesse per (gioco di parole voluto) flatline. Entrò in scena Dev Hynes. Dopo aver stuzzicato la collaborazione improbabile con alcuni remix intriganti di Kendrick Lamar e Phoenix, ‘Flatline’ emerse come il singolo di ritorno completamente formato per la formazione originale delle Sugababes: Mutya, Keisha e Siobhan. Con la produzione aggiuntiva del collaboratore di lunga data di Dev, Fred Macpherson degli Spector, ‘Flatline’ fonde perfettamente orecchiabili hook e eleganti riff di chitarra per una delizia indie-pop. Questa gemma nascosta ha ridato vigore al marchio Sugababes, con la maestria di Dev nel pop che è stato il tonico di rinascita di cui il gruppo aveva bisogno. Karl Blakesley
Blondie – Long Time
‘Long Time’, dall’undicesimo album in studio dei Blondie ‘Pollinator’, esprime liricamente l’esperienza di sentirsi smarriti in un ambiente dove possibilità e ispirazione appaiono al contempo travolgenti e illimitate. Il riferimento di Debbie Harry al famigerato Bowery Hotel di New York mette la scena. Autoproclamatosi anch’egli newyorkese d’onore, dopo essersi trasferito lì nel 2007, Dev Hynes e Debbie Harry intessono una lettera d’amore disco-moderna alla Grande Mela. Il verso “Happy in success but still a thousand miles away” simboleggia un’ammirazione reciproca tra un’icona rigenerata e una cantautrice generazionale. Lauren Hague
Mac Miller – Self Care
Dev Hynes naviga le texture del progressive R&B come un insegnante di jazz ossessionato da ‘Little Girl Blue’ — ritracciando i conforti e le complicazioni della vita con una lettera d’amore frammentata alle parole pensate per il cuore. ‘Negro Swan’ ne è la prova e così lo è la sua co-scrittura su ‘Self Care’ di Mac Miller, un’esposizione di sei minuti tratta da ‘Swimming’ del 2018 che interpola timbri synth acquerellati, ‘On & On’ di Erykah Badu e contributi vocali di JID (e dello stesso Hynes) per trasformare il cuore spezzato in un discorso sulla responsabilità delle proprie imperfezioni. È un estratto crudo del cloud rap degli anni 2010 e cattura l’alt-soul nel suo stato organico con un cambio di beat ambient che vivrà per sempre. Joshua Khan
BEA1991 – Did You Feel Me Slip Away?
L’artista audio-visiva olandese-britannica BEA1991 ha infuso la sua magia spettrale in due album di Blood Orange, e quella partnership è continuata fino al brano centrale dell’album di BEA del 2019 ‘Brand New Adult’. Una supplica di resistenza silenziosa? Un lamento per amore perduto? Non sappiamo esattamente di cosa parli ‘Did You Feel Me Slip Away?’, ma la quieta tempesta che incontra la sintesi sophisti-pop, pilotata dal basso sicuro di Hynes, ti fa sentire come se stessi galleggiando faccia all’insù in un mare illuminato dalla luna. Shahzaib Hussain
Sky Ferreira – Everything Is Embarrassing
Brano acclamato dal secondo EP di Ferreira ‘Ghost’, ‘Everything Is Embarrassing’ è la prova del pedigree pop di Ferreira, se mai vorrà rimettere i piedi in quella fonte. All’epoca ci fu qualche attrito riguardo alla paternità creativa. Si dice che Hynes, amico di Ferreira in quel periodo, le abbia inviato una demo della canzone che traeva ispirazione da una relazione naufragata. Ferreira poi modificò i testi e la struttura originali con Ariel Rechtshaid. Nonostante le origini intrecciate, ‘Everything Is Embarrassing’ resiste come una potente e controintuitiva canzone di rottura synth-pop. È referenziale, certo, ma anche una confessione ampia e stupefatta da e per gli amanti che amano troppo intensamente. Shahzaib Hussain
FKA twigs – Hours
Nel debutto di FKA Twigs, ‘LP1’, Dev Hynes ha fornito probabilmente uno dei suoi crediti di produzione più all’avanguardia fino ad oggi. Mettendo da parte i toni più nostalgici ed emotivi di Blood Orange, Hynes co-scrisse e co-produce ‘Hours’ – un momento sperimentale e di grande rilievo dell’album. Co-prodotto insieme ad Arca, il brano è intenso e appassionato, completando perfettamente l’innata abilità di Twigs di mutare forma. Hynes costruisce un mondo attorno alle vocalità distanti e trattate di Twigs, rendendo ‘Hours’ un ascolto avvincente che esiste tra spazio e tempo. Amelia Garrett
Mariah Carey – Giving Me Life
Prima di pubblicare il suo quindicesimo album in studio, ‘Caution’, la Songbird Supreme ha dichiarato ‘Giving Me Life’ come un momento preferito in studio, principalmente perché ha potuto collaborare con Dev Hynes. L’amore di Hynes per Carey inizia con il suo capolavoro melismatico ‘Butterfly’, e la qualità dimessa di quell’album si riverbera in ‘Giving Me Life’ – una reverie giocosa sull’amore passato racchiusa in un notturno RnB sbiadito. Una delle migliori canzoni della carriera di Carey. Shahzaib Hussain
Blackhaine – Prayer
Estratta dall’EP ‘Armour II’ di Blackhaine, ‘Prayer’ colloca Dev Hynes in un sottobosco settentrionale. Sonoramente, il brano spinge il nativo dell’Essex fuori dal suo solito territorio, scavando in uno sfondo scomodo e frastagliato di elettronica sfumata di trap. Nella produzione ponderata del brano, orchestrata da Rainy Miller, Hynes opera come un faro di luce, squarciando la nebbia con un tocco leggerissimo che si estende verso l’esterno. È una testimonianza della sua gamma come co-creatore, camminando sul filo tra realtà, escapismo e disordini sociali. Ana Lamond
Haim – You Never Knew
Su invito di Ariel Rechtshaid, principale produttore del secondo disco dei Haim ‘Something To Tell You’, Hynes ha co-scritto e co-prodotto ‘You Never Knew’ – una delle gemme nascoste degli Haim. Mescolando i synth ronzanti tipici di Hynes, chitarre funk agili e vocalità ariose e stratificate, il brano è caratterizzato da un’atmosfera groove mai sentita in gran parte della discografia degli Haim. Lauren Hague
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All'inizio di quest'anno Dev Hynes, con il nome d'arte Blood Orange, ha pubblicato il suo quinto album in studio 'Essex Honey' - un omaggio dalle sonorità roots a sua madre, e all'espansione urbana e