«Non credo che i grandi abbiano costruito l'eredità che hanno essendo persone che dicono sempre "sì".»
— Katherine Parlour
Grazie al film "Walk the Line", Katherine è stata affascinata fin da giovane da una leggenda in particolare: Johnny Cash. Quindi quando si è presentata l'opportunità di registrare il loro album di debutto a Nashville con Gabe Simon, è stata un'offerta che non potevano rifiutare. Nonostante The Parlour affondi in gran parte le sue radici nel Regno Unito, l'"universo alternativo" di Nashville, dove la musica è trattata come un lavoro dalle nove alle cinque, ha contribuito a infondere nel disco un po' del suo twang americano.
Su carta suona fantastico, ma ha certamente creato un'altra sfida: trovare conforto in un ambiente estraneo, per assicurarsi, contro il tempo, che la forma finale dell'album mantenesse l'autenticità e la precisione che meritava. Ha aiutato il fatto che "tutti fossero così calorosi, accoglienti, ispirati e coinvolti in quello che stavamo facendo", sorride Ella. "C'era un senso di urgenza [a Nashville]. Se restavamo bloccate su un'idea, mi tuffavo nella follia e restavo in studio tutta la notte finché non la risolvevo. Ma è quel tipo di roba che ti fa sentire viva. Voglio impazzire per questa fottuta parte di chitarra!"
Mettendo a punto The Parlour, un Jack Daniels e cola alla volta, il risultato finale è la culminazione della storia del duo fino a quel momento, dalla sentita ballata di "The Travelling Show" a una parte della "frustrazione e della rabbia" che è emersa dalla confusione del loro periodo di esplosione, che portano, a modo loro, con la canzone ironica e giocosa "Talk About It".
Oggi, mentre concludono la conversazione su una panchina in strada, stanno provando demo di canzoni per il loro secondo album "più oscuro". Significa che 'The Parlour' è chiuso per affari? "Penso che non abbiamo scelta, siamo incastrate con 'The Parlour' per sempre!" scherza Katherine. "La roba su cui stiamo lavorando adesso sembra che 'The Parlour' sia stato chiuso, è tutto macerie, e c'è un vecchio uomo ancora lì col suo whiskey, che rifiuta di andarsene. C'è solo una candela accesa, nell'angolo della stanza..."
Dopo aver fatto un passo indietro per capire che tipo di band volevano che Picture Parlour fosse, Ella e Katherine in realtà ora si ritrovano "dieci passi avanti", immerse profondamente nel loro secondo album prima ancora che il primo abbia visto la luce. Fondamentalmente, dicono a DIY che il ritmo ora è interamente a loro favore, pronte ad "andare avanti" con un rinnovato senso di chiarezza, "che forse non avevamo due anni fa", riflette Katherine.
"Come si dice, la fame è la migliore salsa, ed è a quello che mi attengo", sogghigna, prima che Ella ribadisca con l'ultima parola. "Ne siamo molto affamate."
'The Parlour' è ora disponibile via Island.
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Con il loro tanto atteso album di debutto teatrale, i Picture Parlour ci conducono nei luoghi, nella cultura e nella magia che li hanno plasmati e che hanno dato vita al mondo immaginario di 'The Parlour'.