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La musica nuova è bella... ma hai mai ascoltato la musica del passato?
28 · 11 · 2025
La musica del passato è comprensibilmente relativa. Può venire con bagagli, legami, pregiudizi e contesto. Può essere un punto di riferimento, uno spazio sicuro, un luogo dove le sensazioni che provi sono una quantità nota, una garanzia emotiva. La musica d'altri tempi può anche segnare momenti salienti della vita.
La musica nuova è bella, ma hai mai ascoltato la musica del passato? Da fervente fan dei Beatles, il mio primo CD è stato ‘Abbey Road’. Sono cresciuto nella chiesa di Lennon e McCartney. Campionare o reinterpretare qualsiasi cosa quei due avessero scritto era un sacrilegio. Era una regola non scritta. Non ci si avvicinava. Ero anche ben informato sulle loro carriere soliste, studiando in particolare dischi come ‘Band On The Run’ e ‘Imagine’.
Solo quando sono cresciuto e ho iniziato a scoprire il soul ho capito che quelle regole con cui ero stato allevato non si applicavano a certe persone e certi luoghi. Una di queste persone era Donny Hathaway. Lennon pubblicò ‘Jealous Guy’ nel 1971 e Hathaway la coverizzò nel 1972. Io dico: ridiamo vita al fare cover di canzoni uscite appena 12 mesi prima.
La sua versione mi ha colpito immediatamente nel profondo. Dove la versione di Lennon è lineare e sognante, quella di Hathaway è swingante e piena di pena. La prima volta che ho sentito gli applausi alla fine, rendermi conto che era dal vivo mi ha lasciato sbalordito. Come può una band essere così saldamente sincronizzata? Come può un'emozione essere trasmessa con così tanta precisione?
In un mondo che procede sempre più verso i prompt e le sensazioni create artificialmente, questo è un netto promemoria che altre persone troveranno parti di noi nelle opere d'arte. Ah, essere stati in quella stanza, in quel club. Per fortuna abbiamo questa registrazione: se chiudi gli occhi abbastanza puoi quasi trasportarti. Consiglio vivamente l'intero album dal vivo di Donny. È una vera delizia.
Un'altra menzione d'onore per una cover incredibile dei Beatles è la versione di ‘We Can Work It Out’ di Stevie Wonder.
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Parole: Owen Cutts
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