Un'offerta solista fiducioso da una ditta artista nella propria identità...
23 · 06 · 2025
Uscendo dalla lunga ombra dei 5 Seconds of Summer, l'album solista di debutto dei Calum Hood, ‘ORDER chaos ORDER', è tanto introspettivo quanto sonicamente espansivo. Curioso e contemplativo per natura, Hood si avvicina al mondo con stupore e apertura emotiva, affrontando argomenti come l'amore, il desiderio, il dolore e il trauma. Questa sensibilità scorre in profondità attraverso il suono indie inebriante, crudo e tenero dell'album: una collezione che fonde generi e schietti che rivela nuovi livelli ad ogni ascolto.
Come suggerisce il titolo, l'album traccia un viaggio dalla struttura alla frammentazione e viceversa. Non è un concept record nel senso tradizionale, ma il suo sequenziamento e l'arco emotivo si sentono intenzionalmente scolpiti. Uscendo da quella che Hood chiama " un'asciugatrice del sapere e del non sapere”, entrando nel processo con una chiara visione artistica, Hood si trovò ben presto inghiottito dall'incertezza, solo per ritrovare l'equilibrio nella resa creativa.
Aprendo con una miscela ipnotica di malinconia post-punk e scintillante indie pop, il singolo principale ‘Don't Forget You Love Me’ imposta un tono sognante e introspettivo per l'album. La bellezza inquietante e i testi che cercano l'anima-“Crying out my eyes / And I'm sitting there wondering / If I wanna be alive " -catturano la vulnerabilità cruda al centro della traccia mentre la voce di Hood, sebbene sorprendentemente monotona, scivola senza sforzo con lo strumentale atmosferico, aumentando il peso emotivo senza mai sentirsi pesante.
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Attingendo a un paesaggio sonoro indie-elettronico che ricorda Phoenix, M83 e Teddybears, ‘Sunsetter’ e ‘Streetwise’ fondono linee di chitarra organiche con synth ambient — un cappuccio di equilibrio naviga con sottile precisione. Piuttosto che appoggiarsi a ganci palesi o trame sovrapprodotte, queste tracce trovano forza nella moderazione, costruendo atmosfera attraverso melodie stratificate e un delicato senso di propulsione. C'è una foschia degli anni 2000 che indugia sugli arrangiamenti, evocando la morbidezza dello shoegaze senza appoggiarsi completamente al suo tropo più pesante. È una direzione sonora che sembra nostalgica e rivolta in avanti, ogni traccia si svolge come una voce di diario: cruda con vulnerabilità e introspezione silenziosa, come se Hood ci stesse invitando nei suoi pensieri più privati.
Mettendo a nudo le basi emotive-love lost, identity questioned, and memories revisited — ‘Call Me When You Know Better’ vira direttamente nel dream pop con voci strette e malinconiche e chitarre woozy, mentre la lenta combustione ‘All My Affection’ è più contenuta nel suono, ma espansiva nell'emozione. "Quindi prendi tutto ciò che resta di me / Tutto ciò che potresti volere / Tutto il mio affetto è tutto ciò che ho da perdere”, canticchia nel coro in quest'ultimo. "Salutami dalla strada / Riparami sotto il tuo amore / Tutto quello che posso fare per starti vicino.”
Nel complesso, ‘ORDER chaos ORDER ' è un'audace dichiarazione di fusione di genere che afferma il ruolo di Hood al di là dell'arte solista. È un disco che dimostra che Hood non è solo capace di stare in piedi da solo, ma di plasmare un paesaggio sonoro che si sente profondamente personale e sicuramente vulnerabile. Da strumentali strutturati e stratificati a testi intimi e crudi, 'ORDER chaos ORDER' invita gli ascoltatori nel mondo di Hood con un'onestà incrollabile che risuona molto tempo dopo che la traccia finale svanisce; la sua più grande forza? Non è un album che cerca di essere tutto per tutti, solo aggiungendo al suo fascino.
8/10
Parole: Shannon Garner
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