03 · 07 · 2025
Multi-ibridato di South London, Kae Tempest in passato si concentrava esclusivamente sulla ritrattistica delle vite interiori degli altri. Con «Self-Titled», il rapper e performer di spoken word si rivolge verso l’interno, risultando in un album ricco di vivida interiorità seppur sonicamente incoerente.
La loro esplorazione della propria identità di genere e della riscoperta si trova al centro di «Self-Titled», e il poeta Tempest intreccia motivi lessicali in tutto il lavoro. «I Stand On The Line» e «Know Yourself» rassicurano un sé più giovane con l’ironia nominata al Mercury Prize. La traccia di punta dell’album, «Breathe», è una dichiarazione di sei minuti — eseguita in un’unica ripresa su suggerimento del nuovo collaboratore Fraser T. Smith — in cui Tempest rielabora fili precedentemente dispersi, tornando al ritornello: «Sii qualcuno in cui il bambino che ero potrebbe credere / respira...» La loro incessante determinazione e rifiuto di riposare conferiscono intensità fresca a parole già ascoltate.
Quando Tempest torna con il delivery di spoken word, rimane sicuro di sé, ma si lascia desiderare un ritorno alle dimensioni precedenti della loro interpretazione. «Sunshine On Catford» e «Everything All Together» fanno rallentare l’energia, senza ulteriori introspezioni emotive. Anche gli strumenti sono incoerenti; l’incalzante «Diagnoses» presenta synth assertivi e urla, mentre il closer «Till Morning» ha trombe cupe e smorzate con linee di chitarra vivaci, ma gran parte dell’album si aggancia allo stile londinese dell’orchestrale rap, raramente raggiungendo i picchi di altri lavori comparabili. «Self-Titled» compensa la sua instabilità musicale con la penna affilata di Tempest, ed è difficile non lasciarsi rapire dalla loro prossima parola.
8/10
Parole di Yu An Su
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Il poliedrico londinese del Sud Kae Tempest, in passato concentrata esclusivamente sulla rappresentazione delle profonde vite interiori degli altri. Con 'Self-Titled', il rapper e artista Spoken Word