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Indigo De Souza – Precipice

Indigo De Souza – Precipice

      Un momento stupefacente di riflessione gloriosa...

      23 · 07 · 2025

      Incontriamo Indigo de Souza sul bordo. Ma l’immensità davanti a noi, il vuoto in cui Indigo sta urlando – quasi cadendo – non è il punto questa volta. La scogliera invece sembra un momento sospeso nel tempo. Non guardiamo più avanti con apprensione, come facciamo per gran parte del suo debutto del 2018 «I Love My Mom», né guardiamo indietro con un’introspezione agrodolce come facciamo nel suo seguito «Any Shape You Take». «All Of This Will End» del 2023 ha allora occupato una via di mezzo, cercando di dare senso ai modi caotici in cui il passato informa il futuro. Quindi è facile capire come, per il suo prossimo passo, de Souza si sia ritrovata qui: La scogliera sembra pronta a smettere di cercare di capire le cose, e semplicemente essere.

      «Be Like The Water», l’ultimo singolo rilasciato prima dell’album, è forse il modo più sognante in cui qualcuno abbia mai detto «vai con il flusso», il sospiro sognante e distintivo di de Souza accompagnato da una produzione scintillante e che scivola senza sforzo tra pensieri lirici che non si stabilizzano in una struttura di strofa/ritornello. È un flusso di coscienza meravigliosamente invitante – è irresistibile lasciarsi andare e lasciarsi trasportare dai pensieri di de Souza.

      Non è necessariamente lasciar andare, ma accettare semplicemente le cose come sono e sentirle profondamente quanto ne hai bisogno: questa idea ricorre in tutto «Precipice». «Crush» è un ascolto frizzante e euforico che trabocca di entusiasmo incontrollato per i primi giorni di innamoramento, de Souza che non si sforza di sembrare cool. Al contrario, è sincera e speranzosa, con synth instabili e una produzione leggera che mantengono tutto rilassato. Viceversa, «Crying Over Nothing» si abbandona in modo completamente diverso, con alcune delle parole più semplici e tristi dell’album (“I’m feeling you pull away / I still love you / Like I did at the start / Barely surviving / I hate being apart / I’m crying again”, ma la canzone è una festa assoluta. Synths scintillanti e frenetici e un ritmo senza respiro potrebbero quasi ingannarti facendoti pensare che sia euforica se non ascolti bene, e questo è proprio il punto. Lascia andare! Balla! Urla! Senti!

      La maggior parte di «Precipice» segue questa formula: la narrazione a pugno dello «sucker-punch» di «Heartthrob» su quanto sia facile essere approfittati quando si è giovani e ingenui, ambientata su uno sfondo musicale ultra allegro e consegnata con entusiasmo; la pura devastazione di «Heartbreaker» mascherata da nonchalance grazie alla melodia sballata e al ritmo rilassato della chitarra, nonostante il dolore frenetico udibile nella voce di de Souza. Dopo «Heartbreaker» segue «Pass It By», una manifestazione frenetica di cui de Souza sembra non essere completamente convinta, ma a cui si dedica comunque. Strumentali in stile anni ’80 – pensa a A-ha, Tiffany – accelerano e abbracciano il panico, mentre de Souza « si butta a capofitto nel cuore dell’azione».

      È il contrasto tra i picchi più alti e i abissi più bassi che conferisce a «Precipice» la sensazione di essere sospesi sul bordo – queste cose coexistono, a volte nella stessa bocca, mentre de Souza passa da una metafora dell’acqua frizzante a un realismo crudo e sconvolgente come non ne hai mai sentito. Ma quando de Souza prende fiato, come fa in alcuni momenti, ci mostra l’immensità di tutto ciò che esiste oltre questo istante. «Be My Love» e «Precipice» sono due di questi momenti, l’incipit e la chiusura dell’album, che incorniciano magnificamente l’intero lavoro. La prima è semplice ma sempre pronta a esplodere in qualcosa di grande, con un sottofondo sussurrante e un’esecuzione cristallina e autoritaria di de Souza. L’accompagnamento strumentale è quasi assente, poi diventa ovunque, gonfiandosi e crescendo per rafforzare la delicatezza delle parole di de Souza. L’ultima, invece, è un momento intimo lo-fi che attrae tutto, dentro e fuori, fino a sembrare che de Souza stia sussurrando questi pensieri solo per sé stessa e nessun altro. Potrebbe anche essere così – si è portata fino al limite creativo, e l’album risultante è sorprendente. Se lo merita questo momento di riflessione gloriosa.

      9/10

      Parole: Ims Taylor

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