Quando il gruppo esordiente AtHeart è salito sotto i riflettori del K-pop il 13 agosto con il loro primo EP ‘Plot Twist’, non stavano solo presentando una scaletta: stavano aprendo il primo capitolo della loro storia. Il disco si distingue per il suo fascino cinematografico: armonie volteggianti che si fondono in un EDM ad alta energia, incorniciature a cappella che racchiudono il brano omonimo come in un film e la volontà di mettere in discussione le aspettative su come dovrebbe suonare un debutto.
Ma dietro la produzione levigata c’è qualcosa di più vulnerabile: sette giovani artiste — KATELYN, MICHI, BOME, SEOHYEON, ARIN, NAHYUN e AURORA (attualmente in pausa per motivi di salute) — alle prese con il nervosismo, la gioia e l’emozione di salire sul palco per la prima volta.
Per mesi la vita era stata prove, allenamenti e preparativi, una routine che sembrava quasi normale. Eppure, quando arrivò il giorno del showcase di debutto, tutto cambiò. «Durante le prove sembrava un qualsiasi altro giorno da trainee, ma quando siamo arrivate al locale e sono scesa dalla macchina, un’ondata di emozioni mi ha travolta. Ero nervosa, ma più di ogni altra cosa non vedevo l’ora del nostro debutto», dice KATELYN.
Quell’ondata, un misto di paura e attesa, diede il tono alla serata — un promemoria che non si trattava di un’altra semplice esibizione, ma dell’inizio di qualcosa di più grande.
AtHeart aveva già costruito un piccolo ma curioso seguito grazie ai vlog su YouTube e ai contenuti pre-debutto. Con ‘Plot Twist’, però, il gruppo voleva trasformare la curiosità in connessione.
«Finora, attraverso i nostri vlog e i video di presentazione su YouTube magari la gente pensa di conoscerci già, ma quando iniziano a vederci esibirci sul palco comincia a emergere un altro lato di noi. Inoltre abbiamo molto altro da mostrare. Sarebbe bello se potessero vedere come ogni membro riesce a distinguersi ma al tempo stesso unirsi attraverso la performance», dice MICHI.
«Abbiamo un’energia indimenticabile tra di noi che irradia dai nostri cuori freschi e autentici. Vogliamo che il nostro album di debutto ‘Plot Twist’ introduca il lato di noi pienamente dedicato a connettersi con i fan e a ritrovarci lungo il percorso. Man mano che attiriamo attenzione, vogliamo che le persone siano curiose di sapere chi siamo così da poter iniziare insieme questo nuovo, eccitante capitolo.»
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È quella dualità — individualità e unità, spontaneità e perfezione — che definisce l’identità del gruppo.
Ogni idol ricorda la prima esibizione dal vivo come un punto di svolta. Per AtHeart non si è trattato tanto della perfezione quanto dell’imparare a fidarsi dell’energia che tornava dal pubblico. «Quando sono salita per la prima volta sul palco del debutto ero così nervosa e tesa, ma man mano che lo spettacolo procedeva il mio nervosismo ha cominciato ad attenuarsi e l’eccitazione e la gioia sono cresciute. Certo, essendo la prima volta ero ancora nervosa fino alla fine, ma quando ho incrociato lo sguardo dei nostri fan e ho sentito le urla del pubblico la pressione e la tensione sono svanite», condivide BOME.
Il nervosismo non scomparve del tutto, ma si trasformò in qualcosa di ancora più potente: la connessione. «Ho davvero sentito di connettermi con i fan di fronte a me e di ricevere il loro affetto, rendendo quel momento così prezioso e felice. Credo che questi sentimenti si mostrino naturalmente, non perché li gestisca consapevolmente, ma perché nascono dal mio amore genuino per il palco. D’ora in poi voglio continuare a mostrare il mio io sincero e crescere insieme a tutti.»
Fin dall’inizio, AtHeart voleva che il loro debutto portasse un segno distintivo. Per questo la title track si apre e si chiude con un arrangiamento a cappella, una scelta audace per un gruppo emergente.
«Uniamo le nostre voci per iniziare e finire la canzone con un a cappella, cosa che credo ci distingua dal K-pop tipico. È anche un brano da ballare che mescola pop ed EDM, permettendoci di metterci alla prova ed esprimere l’atmosfera che volevamo trasmettere», dice SEOHYEON.
Gli album non sono solo raccolte di canzoni; sono esperienze ordinate con cura per raccontare una storia. ‘Plot Twist’ non fa eccezione. «L’ordine delle tracce segue questo viaggio emotivo, dal dubbio su se stesse e dall’esplorazione dei propri sentimenti fino a una graduale comprensione di me stessa e al diventare una versione migliore di me», condivide BOME.
La sequenza rispecchia i percorsi personali delle membri, catturando le turbolenze dell’adolescenza e la ricerca di identità che stanno al centro della loro arte.
Creare un EP come squadra di sette significava inevitabili scontri, ma per ARIN quei momenti sono diventati opportunità: «Quando ho visto per la prima volta la bozza della coreografia era diversa dall’immagine che avevo in mente, il che era nuovo, ma mi è piaciuta perché aveva un tipo di fascino diverso. Durante l’apprendimento della coreografia abbiamo anche condiviso idee come: “Forse sarebbe meglio aggiustare questa parte in questo modo,” ed è stato bello che i nostri pensieri siano stati riflessi nella coreografia finale. Il concept può mostrare una svolta completamente diversa rispetto alla nostra canzone pre-debut ‘Good Girl (AtHeart)’ di maggio, quindi è stata per me una grande esperienza di apprendimento in termini di immersione nella performance.»
Sette personalità avrebbero potuto facilmente tirare in direzioni diverse, ma col tempo pratica e perseveranza le hanno avvicinate, come racconta SEOHYEON: «Tutte e sette le membri hanno talenti e personalità uniche. Quando abbiamo iniziato a provare c’erano molte parti che non combaciavano e parecchie opinioni discordanti. Ma attraverso prove costanti e discussioni insieme siamo gradualmente diventate più sincronizzate. Siamo anche cresciute nel somigliarci di più e i nostri modi di pensare sono diventati più affini.»
Lavorare su ‘Plot Twist’ non ha solo affinato la loro performance, ma ha approfondito il loro legame. «Mentre lavoravamo a questo EP ho visto decisamente il lato professionale delle membri. Credo che questo ci abbia anche avvicinate più di prima perché eravamo praticamente insieme 24 ore su 24. E stare molto insieme ci ha aiutato a conoscerci meglio e a vedere altri lati di noi», dice KATELYN.
Interpellata sulle reazioni o sui feedback che spera di sentire dai fan, NAHYUN ha detto: «Dato che il nostro EP si chiama Plot Twist, spero di sentire i fan dire qualcosa del tipo: “Pensavo di sapere cosa aspettarmi dal vostro debutto, ma mi avete sorpreso completamente — nel modo migliore.” Quel genere di reazione inaspettata significherebbe che abbiamo veramente trasmesso il nostro concept e lasciato un’impressione duratura.»
Anche se il loro debutto è appena cominciato, il gruppo sta già immaginando cosa verrà dopo. «Se questo album parla di mostrare colpi di scena e raccontare una storia piena di svolte e emozioni inaspettate, per il prossimo album mi piacerebbe creare qualcosa che contenga canzoni costruite attorno a una singola storia, esprimendola in profondità», condivide ARIN.
E anni da ora, quando guarderanno indietro, questo primo passo rimarrà un punto di riferimento.
«Il debutto di AtHeart rappresenta non solo un inizio puro ma anche un periodo della nostra vita da adolescenti che scoprono la loro identità come gruppo. Questo album è incentrato su ciò che stiamo vivendo ed esprime quei sentimenti. Solo sentire la parola “debutto” mi riempie di eccitazione, speranza e attesa per un futuro che trabocca di possibilità infinite. Quando cerchiamo motivazione possiamo tornare con sicurezza alle nostre radici per riscoprire il senso del nostro scopo. Durante il nostro showcase di debutto ero così appassionata e determinata nel momento in cui ho visto i fan venuti a sostenerci quel giorno. Ricorderò sempre quel momento anche tra anni, indipendentemente dalla dimensione della folla», dice MICHI.
Testo: Isabella Wandermurem // @bellawanderr
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