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«Artificial» di Katy Perry è un sogno febbrile futuristico d'amore, illusione e connessione umana - Atwood Magazine

«Artificial» di Katy Perry è un sogno febbrile futuristico d'amore, illusione e connessione umana - Atwood Magazine

      Brillante pezzo dal sapore futuristico tratto dal sesto album di Katy Perry, 143, “Artificial” accoppia la popstar in continua evoluzione con il rapper JID per un’esplorazione cosmica ed electropop della realtà, del travestimento e della fragile verità della connessione umana.

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      Ascolta in streaming: “Artificial” – Katy Perry ft. JID

      Si dice che il titolo del sesto album in studio di Katy Perry, 143, sia un codice per “Ti amo.”

      Pubblicato un anno fa questo settembre, il disco vede la cantante di maggior successo spingersi verso dance ed electropop, con alcuni momenti di spicco – incluso “Artificial.” Mentre alcune canzoni dell’album presentano collaborazioni con artisti come Doechii, Kim Petras e 21 Savage, “Artificial” mette Perry in coppia con il rapper americano JID, apprezzato per la sua resa dinamica e i versi veloci. Il risultato è un brano che sfuma i confini tra la realtà e il mondo artificiale – qualcosa di profondamente rilevante per la situazione attuale dell’umanità.

      143 – Katy Perry

      Chi ci salverà

      Dal perdere la testa?

      Oh, sei così pericoloso

      Diavolo travestito

      Perché sei così, perché sei così

      Perché sei così, perché sei così artificiale?

      Mi fai tuffare in profondità nel tuo sistema

      Sono solo una prigioniera nella tua prigione

      Mi hai fatta dipendere dal tuo algoritmo

      Sei reale o artificiale?

      Allora qual è il problema, eh?

      Musicalmente, “Artificial” suona sorprendentemente familiare a uno dei primi successi di Katy Perry, “E.T.” Non solo entrambi i brani incorporano elementi electropop e hip-hop con toni robotici, ma si concentrano anche sulla connessione. Mentre “E.T.” si concentra sull’attrazione verso un essere affascinante che sembra di un altro mondo, inquadrato attraverso metafore scientifiche e spaziali, “Artificial” ribalta questa idea: il contesto è cambiato, è passato più di un decennio, e ora la domanda è se qualcosa di così futuristico, così estraneo, possa davvero essere reale e umano.

      In un mondo già immerso nell’Era dell’Informazione – dove la tecnologia è sempre più intrecciata nella società e nella vita degli individui – Perry coglie l’opportunità per ribadire la domanda su cosa significhino davvero la connessione umana e l’individualità.

      Dimmi, sei falso o sei reale, eh?

      Come mi connetto se non riesco a sentirti?

      Prima o poi ti rivelerò

      Artificiale, allora cosa stai pensando?

      Metti le emozioni sopra la ragione?

      Mi amerai come un umano?

      Puoi toccarmi in una simulazione?

      Chi ci salverà

      Dal perdere la testa?

      Oh, sei così pericoloso

      Diavolo travestito

      Tesoro, dimmi, dimmi

      Il tuo cuore batte, batte? (Oh)

      Chi ci salverà

      Dal perdere la testa?

      Perché sei così, perché sei così

      Perché sei così, perché sei così artificiale? (Uh, guarda)

      Katy Perry © Louisa Meng

      Sebbene l’artificialità sia da tempo un tema nell’industria cinematografica, una delle più grandi pop star dell’industria musicale ora lo porta in primo piano.

      I versi includono descrizioni come “pericoloso,” “diavolo travestito,” e “il più amaro proibito” – parole che risuonano sia con l’oggetto della canzone sia con il complesso rapporto della società con la tecnologia. I testi riconoscono una verità che molti già intuiscono o con cui fanno fatica: le persone spesso si nascondono o fingono quando usano la tecnologia e la comunicazione online, e questo è pericoloso nella misura in cui qualità umane come fiducia, empatia ed emozione potrebbero andare perdute. Perry sottolinea questo punto nel ritornello, chiedendo “Il tuo cuore batte, batte?” e “Chi ci salverà / Dal perdere la testa?”

      Il verso del rapper JID aggiunge una prospettiva ancora più ricca sull’umanità nell’era digitale. Stimolante e autocosciente, JID riformula il concetto di “travestimento” nel mondo moderno, ma è in conflitto con ciò che vede intorno a sé. Usando metafore come “intrappolato in un labirinto” e “perso nella matrice,” segnala le realtà sfumate dei social media, dove qualcuno può apparire gentile e pacifico, problematico o semplicemente disperato nel dimostrare qualcosa – da qui il verso, “Angels, demons, a lot of demonstrations.”

      Sono intrappolato in un labirinto? Siamo persi nella matrice?

      Istinto animalistico, è tutta natura

      Dietro le linee nemiche dell’animazione

      Scarabocchiato su una pagina, siamo bloccati in una simulazione

      Intrappolati tra l’incudine e il martello

      Sai il detto, sto affrontando situazioni simili

      Vedo gli angoli che tutti stanno prendendo

      Angeli, demoni, molte dimostrazioni

      Informazioni intelligenti artificiali

      Ho sviluppato la verità

      Ho morso il frutto proibito più amaro

      Non è una vitamina, veleno, è imprevedibile

      Troppi vizi, sento le voci, silenzio poi silenzio

      Si sta avvicinando, sto chiudendo le palpebre

      Ma quando è finita, la mia testa verso il cielo

      E realizzo che tutti indossano un travestimento

      Katy Perry © Jack Bridgland

      Katy Perry © Jack Bridgland

      Nel complesso, “Artificial” vale la pena ascoltarla non solo per il suo ritmo, ma per i suoi testi taglienti e il messaggio d’impatto.

      Nonostante i critici che suggeriscono che questa possa essere lontana dalla migliore era di Katy Perry, è importante ricordare che la cantante di “I Kissed a Girl” ci spinge ancora una volta a mettere in discussione la società in cui viviamo – e quella che stiamo diventando – mentre navighiamo in un’epoca di informazioni travolgenti e realtà sempre più artificiali.

      Chi ci salverà

      Dal perdere la testa?

      Oh, sei così pericoloso

      Diavolo travestito

      Tesoro, dimmi, dimmi (dimmi)

      Il tuo cuore batte, batte? (Oh)

      Chi ci salverà

      Dal perdere la testa?

      Perché sei così, perché sei così

      Perché sei così, perché sei così artificiale?

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      © Jack Bridgland

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