Un esordio indie pop entusiasmante...
25 · 09 · 2025
Per citare in modo del tutto impreciso il simio congelato Alex Turner: quel vecchio indie pop, eh? Non se ne va proprio. Se lo shoegaze è la scena che celebra se stessa, allora l’indie pop è la scena che è stata messa da parte più di tutte, ma che comunque persiste. Le sorelle di Glasgow The Cords (Eva e Grace Tedeschi) sono chiaramente affascinate dagli Shop Assistants, dai The Pastels e oltre, ma non è una cosa negativa – brani ben scritti e pieni di ritornelli impeccabili, il loro album d’esordio è una delizia indie pop.
Prodotto da Jonny Scott e Simon Liddel, il disco resta fedele al minimalismo nervoso delle loro prime uscite – in puro stile indie pop, una cassetta e una flexi. Dove i The Cords eccellono è nel carattere della loro scrittura: qui non ci sono virgolette, non stanno rifacendosi a punti di riferimento preconfezionati; è semplicemente musica deliziosa suonata con totale e ipnotica sincerità.
I momenti migliori si susseguono veloci. Dall’apertura twee-beat ‘Fabulist’ al passo rockabilly di ‘October’, dal noise pop vicino allo shoegaze di ‘You’ alla lussureggiante introspezione di ‘Weird Feeling’, questo debutto è un brivido al minuto.
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Parte di una schiera di giovani musicisti che stanno tornando a — e rivitalizzando — la forma indie pop, i The Cords giocano duro e veloce con le regole. Facendo un sacco di rumore per due persone (ok, qualche sporadico sprazzo di basso e tastiere si infiltra qua e là), i The Cords restano fedeli al vecchio adagio che la restrizione è madre dell’invenzione. Il primo singolo ‘Bo’s New Haircut’ è ancora un sorso di melodia che lascia senza fiato, ‘Done With You’ è delirantemente spiteful, e ‘Rather Not Stay’ apre un portale temporale verso il Bristol del 1991 per un cuore spezzato in stile Sarah Records.
Si chiude con la – shock horror – maturità di ‘When You Said Goodbye’: questo è un debutto che intrattiene con il fiato sospeso. Rifiutando di essere ingabbiati dalle loro influenze, c’è una vera vena di inventiva originale nella scrittura dei The Cords, allineata a un’innocenza effervescente che sembra perfetta per il genere. Come una volta osservò un pioniere dell’indie pop, siamo semplicemente entusiasti, tesoro.
8/10
Parole: Robin Murray
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