Sebbene 'All Systems Are Lying' sia tecnicamente il primo vero album dei Soulwax in sette anni, le sfavillanti e multiformi attività intermedie della formazione non sono affatto trascurabili. Dai loro lavori di remix e produzione pieni di nomi importanti allo spettacolo audiovisivo caleidoscopico dei loro alter ego da after-hours, 2manydjs e Despacio, si può dire che il duo, formato dai fratelli belgi Stephen e David Dewaele, non sia rimasto con le mani in mano in quel periodo. Con l'album che arriva appena oltre l'apice del revival indie sleaze, i Soulwax si ritrovano direttamente nella zona d'impatto di un interesse crescente da parte di chi è troppo giovane per ricordarli la prima volta — persino Charli xcx ha recensito il loro documentario del 2008 sul suo Letterboxd, portando una schiera di ventenni in jeans attillati nel loro mondo carico di groove e di bizzarro hardware per sintetizzatori.
Grossolanamente incentrato sul crescente scetticismo sociale che permea gli incontri informativi contemporanei — particolarmente attuale dato il rapido progresso delle imitazioni di IA iper-realistiche — 'All Systems Are Lying' è un'ecclettica incursione in un suono synth-pop ed electro più anthemico che sembra una manifestazione in tempo reale delle curiosità dei Soulwax. Incorniciato dagli staccati cinematografici incentrati sul pianoforte dell'apertura 'Pills and People Gone' e dalla serenata ambient contrastante e rosea della chiusura 'Distant Symphony', gli hook e i ritmi irrimediabilmente orecchiabili dei singoli 'Run Free' e 'Gimme A Reason' rimbalzano senza soluzione di continuità accanto all'electro-rock diretto di 'False Economy' e 'Hot Like Sahara'. Tagliato con l'oscurità sghemba e bizzarra di brani di spicco come 'Polaris' e con i ronzanti synth di sirena della traccia che dà il titolo all'album, il nuovo disco si colloca perfettamente nel vasto puzzle dei Dewaele: un ritorno dal tessuto sonoro vibrante, mutaforme e curiosamente vario.
Il suono di una band che porta quel peso emotivo con grande eleganza e, forse, persino ottimismo.
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Un album assolutamente evocativo e disarmante che continuerà a tormentare gli ascoltatori a lungo dopo la sua conclusione.
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Un ritorno dalle trame vivaci, in costante trasformazione e curiosamente vario.