Notizie sulla musica
Sigrid – C'è sempre altro che potrei dire

Sigrid – C'è sempre altro che potrei dire

      La star norvegese si apre il cuore, ma perde la concentrazione...

      21 · 10 · 2025

      La maggior parte delle persone dice che gli ingredienti essenziali per una grande canzone pop si trovano nel mix tra lirismo confessionale, una struttura orecchiabile e un buon ponte. Per sfondare nel mainstream, alcuni sostengono che ci voglia un po' di tutto. Ma non tutti i progetti devono essere la cosa migliore e più nuova, e non tutti gli album puntano a — o dovrebbero — spuntare tutte le caselle. Forse, in tempi di disperazione e sofferenza nel mondo reale, un conglomerato di dieci ritornelli invitanti e testi spensierati può bastare. Almeno, Sigrid sembra pensarla così.

      ‘There’s Always More That I Could Say’, il terzo album in studio di Sigrid, è un passo avanti nel mondo europeo luccicante del cuore spezzato. La voce della cantante norvegese e (ora accreditata) produttrice suona più matura e sicura che mai, e l’eleganza e l’attenzione alla produzione sembrano seguire questa crescita. Dalla prima all’ultima traccia, il disco si sente a proprio agio con l’idea di giocare con la struttura e la performance vocale. Grandi ritornelli e beat ancora più grandi sono alcuni dei capisaldi di Sigrid, e possono godere ancora una volta della ribalta.

      La traccia di apertura ‘I’ll Always Be Your Girl’ ha uno dei ganci più prominenti, ma è sfortunatamente un esempio lampante di ciò che non funziona davvero nel progetto: Sigrid è caduta vittima della performance vocale parlata anziché cantata. Oltre a essere una tecnica stanca e abusata, interrompe il flusso di una melodia altrimenti interessante ogni volta che ricompare. ‘Kiss The Sky’ ha un ritornello coinvolgente, con testi arguti e riconoscibili (“But I look pretty in a bell jar/And I’m a diva with a cold heart/Live in a castle with my walls up”), che vengono sovrastati da due strofe parlate poco interessanti.

      —

      Nonostante alcune incoerenze, questa volta Sigrid ha una voce lirica più acuta. Accoppiata a riferimenti divertenti — un ritornello in stile ABBA in ‘Two Years’ e produzioni elettro-pop in ‘Hush Baby, Hurry Slowly’ e ‘Fort Knox’ — la cantante non sembra limitata dalla persona sicura di sé e eccessivamente positiva a cui un tempo era associata. Il disco si chiude con le sue due migliori canzoni. ‘Have You Heard This Song Before’ ha alcune strofe ispirate a The Outfield che rendono omaggio all’uso dei synth anni ’80 presente nel disco. Attraverso il suo meta-lirismo (“These songs don’t write themselves/These songs, don’t write/These songs, these fucking songs”), la canzone parla dell’ansia e dell’eccitazione che accompagnano un nuovo amore.

      Infine, la traccia finale, ‘Eternal Sunshine’, è liricamente il capitolo più interessante della produzione di Sigrid finora. Affronta il superamento di una vecchia relazione e il processo attraverso i ricordi e il risentimento. La canzone dipinge con grazia il desiderio di cancellare quella persona dal proprio percorso, dando allo stesso tempo un cenno al film che ha ispirato il racconto. Funziona come un assaggio di ciò che potrebbe essere un progetto di Sigrid più focalizzato, senza invalidare la crescita che ‘There’s Always More That I Could Say’ rappresenta. La canzone lascia intravedere un futuro promettente, se la cantante decidesse di tenere i suoi punti di forza nello specchietto retrovisore, invece di inseguire ciò che è popolare al giorno d’oggi.

      6/10

      Scritto da: Eduarda Goulart

      Articoli correlati: Have Fun, Be King – Sigrid Interviewed

      —

      Unisciti a noi su WeAre8, mentre analizziamo in profondità gli avvenimenti culturali globali. Segui Clash Magazine QUI mentre saltiamo allegramente tra club, concerti, interviste e servizi fotografici. Ottieni anteprime esclusive dal backstage e una finestra sul nostro mondo mentre il divertimento e i giochi si svolgono.

      Iscriviti alla mailing list di Clash per notizie aggiornate su musica, moda e cinema.

Sigrid – C'è sempre altro che potrei dire Sigrid – C'è sempre altro che potrei dire

Altri articoli

Polvere – Il cielo sta cadendo

Polvere – Il cielo sta cadendo

Originaria di un Newcastle del tutto diverso (dall'Australia) è un'entusiasmante nuova formazione australiana chiamata dust. Il loro stile viscerale e catartico,

Just Mustard – SIAMO APPENA STATI QUI

Just Mustard – SIAMO APPENA STATI QUI

Nel video musicale dei Just Mustard per «POLLYANNA», Katie Ball fissa una serie di telecamere di sorveglianza, sfidando lo spettatore con uno sguardo verso l'alto. Lei

Sigrid – C'è sempre altro che potrei dire

La maggior parte delle persone dice che gli ingredienti essenziali per una grande canzone pop si trovano nel mix tra un lirismo confessionale, una struttura orecchiabile e una grande