Un ritorno oscuro e imponente dal produttore britannico...
31 · 10 · 2025
A livello di titoli di album, ‘Tremor’ è particolarmente azzeccato. Che si riferisca a un movimento involontario o a un evento sismico, l’imponente produzione di Daniel Avery può di solito essere associata a entrambi. La bestia è stata risvegliata per il sesto album, con Avery che fa il suo debutto su Domino affiancato dai produttori Alan Moulder (Smashing Pumpkins, Nine Inch Nails), David Wrench (FKA twigs, Frank Ocean) e con il mastering di Heba Kadry. Descrivendoli ciascuno come “pilastri vitali del collettivo creativo Tremor”, la loro influenza emerge nei momenti più oscuri del disco.
Non che la musica di Avery non abbia già occupato gli angoli più cupi della pista da ballo, fondendo il suo amore per lo shoegaze con elementi più adatti al club. Ma in ‘Tremor’ sembra più disposto a stabilirsi definitivamente nell’oscurità, anziché limitarsi a incursioni temporanee.
Ci sono momenti di luce intermittente qua e là – un ritornello contagioso qui, alcune linee di synth cariche di speranza là – ma Avery e i suoi collaboratori ci afferrano rapidamente e ci riportano nell’oscurità. Con la partecipazione di bdrmm, ‘A Silent Shadow’ è un brano minaccioso e borbottante, che richiama i Massive Attack nel loro momento più cupo, mentre ‘The Ghost Of Her Smile’ è sostenuto dalle tenere vocalità di Julie Dawson, che cospargono di zucchero le chitarre graffiate. L’evoluzione di Avery come autore è evidente in ‘Tremor’.
7/10
Parole: Lee Wakefield
Ti piace? Approfondisci: Lush, Massive Attack, Slowdive
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Tra i titoli di album, 'Tremor' è particolarmente azzeccato. Sia che si riferisca a un movimento involontario o a un evento sismico, la produzione fragorosa di Daniel Avery