Un'opera di sottile maturazione...
12 · 11 · 2025
Appena reduce dall'aver aperto i concerti per due delle giovani popstar più in voga al mondo, la principessa d'avanguardia BENEE torna con il suo tanto atteso secondo album, ‘Ur An Angel I’m Just Particles’. Pur essendo rimasta relativamente in ombra negli ultimi anni, si era già guadagnata lo status di star a pieno titolo, portando eccentricità nel mainstream dal 2017 ed essendo la voce dietro la colonna sonora non ufficiale del lockdown da COVID-19 (“So che ho sbagliato, sono solo un perdente”…).
Il secondo album vede la cantautrice neozelandese abbracciare il fascino idiosincratico che contribuì a rendere popolare la sua musica mezzo decennio fa, ma con molta più sicurezza. Mentre il debutto ‘Hey u x’ si affidava a un cast di illustri collaboratori per svolgere parte del lavoro, con nomi come Grimes e Lily Allen in cartellone, il suo secondo album la vede come unica voce, permettendole di mostrare le sue capacità artistiche senza distrazioni.
E questo è proprio ciò che fa. Con l'esperienza acquisita in qualche anno in più di vita, riversa la sua psiche nel microfono. Dal punto di vista tematico, ‘Ur An Angel I’m Just Particles’ segue una linea simile ai suoi predecessori — con l'amore e le relazioni come tema centrale — ma è chiaro che ora lo fa con maggior convinzione, evocando paesaggi sonori eclettici grazie a una produzione più sperimentale.
I suoi brani più forti sono quelli più fluidi, dove passa dal suo inconfondibile accento a vocalizzi frammentati su un classico sintetizzatore — ‘Cinnamon’ e ‘Underwater’ ne sono due esempi. Sebbene i suoi pezzi più uniformi siano comunque divertenti, BENEE brilla davvero quando può mostrare tutta la sua portata — glitch inclusi.
In definitiva, è un'aggiunta gradita al suo catalogo — pur muovendosi su binari abbastanza paralleli rispetto al predecessore, è bello rivedere la nostra popstar affabile in gran forma, ritagliarsi spazio per ciò che è più strano e meraviglioso.
7/10
Di: Zahra Hanif
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