Mentre fornisce ai fan il potenziale di ore divertenti che si tuffano nelle tane dei conigli, è importante che un disco con lore - un filo narrativo attorno al quale sono costruite le canzoni, un pizzico meno esagerato di un concetto completo-sia in grado di stare da solo, per piacere ugualmente bene senza conoscenza o interesse per la sua storia complessiva. Che 'Birthmarks‘, questo quinto album di Bambara, abbia una narrazione dettagliata, non sorprende: il punto centrale letterale’ 6' è interamente cinematografico, una rimuginante e minacciosa interpretazione di colonne sonore di film noir. Allo stesso modo, la tavolozza sonora – che si estende dai scintillanti synth pop degli anni ‘80 (‘Face Of Love’) al clamore industriale elettronico (‘Dive Shrine’) – offre un'estetica chiaramente sudicia e retrograda a proceedings, anche senza la conoscenza della genesi del disco (una saga decennale che prende spunto dal Southern Gothic, ci viene detto).Il rovescio della medaglia, senza che i segnali letterari siano in mostra, c'è un po ‘di un effetto stridente mentre il disco barcolla tra gli stili; la minacciosa nota acuta che trafigge il basso rombante di "Holy Bones" accenna al pericolo, ma viene accolta con un coro deludente. La rabbia di ‘Letters From Sing Sing ' non trova né risoluzione né catarsi, mentre al contrario il malinconico croon di ‘Because You Asked’ – pensa da qualche parte tra Matt Berninger e Nick Cave del National – è quasi un battito di ciglia e ti mancherà. E l'apertura "Hiss" – del tutto involontariamente, ma comunque una notevole coincidenza-si presenta curiosamente in modo simile alla copertina di Phil Collins "In The Air Tonight" che colonna sonora un attuale annuncio di biancheria intima di David Beckham. Ex calciatori a malapena vestiti a parte, sapendo che questa è una serie di personaggi che si intrecciano dentro e fuori il contesto; senza questo, gran parte delle "voglie" appare invece confusa, incapace di trovare il suo solco. In sostanza, non uno per coloro che evitano attivamente spoiler, forse.
Un capolavoro epico.
Potrebbe essere un passo da gigante per Cleopatrick, ma sono a pochi passi dall'atterraggio.
Benson Boone dà il via a un nuovo capitolo del suo viaggio musicale con “Sorry I'm Here for Someone Else”, un vibrante inno pop-rock che segnala una direzione fresca e ottimista dopo il successo globale della sua hit di successo, “Beautiful Things.”
L'artista di Chicago Madame Reaper condivide il suo saggio, "Not Your Mother's Women's History Month", su come artisti, appassionati di musica e tutti gli altri dovrebbero farsi avanti in questo momento, come parte della serie Women's History Month di Atwood Magazine!
L'album includerà i suoi precedenti singoli "Silverlines" e "Born With A Broken Heart".
La cantante/cantautrice indie folk islandese Arny Margret ci porta traccia per traccia attraverso il suo secondo album soul-moving 'I Miss You, I Do' - uno sforzo intimo, delicato e audacemente ambizioso che abbraccia un suono più espansivo senza sacrificare il suo nucleo crudo ed emotivo.
Confuso, incapace di trovare il suo solco.