Mentre gli ultimi raggi dorati del tramonto tardivo si spengono dietro lo skyline di Londra, la prestigiosa Royal Albert Hall diventa una galleria opulenta per la notte finale della più recente mostra di paesaggi sonori emotivi di Ludovico Einaudi. Un'armoniosa fusione di antico e moderno, i momenti di carriera si intrecciano con uno spettacolo smagliante dal suo ultimo album, ‘The Summer Portraits’.
Come supporto della serata, l'intensa miscela di vibrato vocale e advocacy ecologica di Sam Lee trae ispirazione dal vecchio folklore e arte inglese. Un brano celebra il richiamo della luna, un altro un omaggio al suo progetto notoriamente infame della Raganella. “Qualche volta ogni anno,” spiega, “portiamo la musica nelle foreste del Sussex con un pubblico molto ristretto. Le Raganelle cantano con noi,” sorride. Il tono vellutato di Lee e la sua maestria vocale sono messi in luce, sostenuti dalla musica tradizionale e antica delle Isole Britanniche e dalla cultura dei viaggiatori Romani. Accanto al dolce e ritmico movimento avanti e indietro della shruti box posata sulle sue ginocchia, Lee e la sua band creano abilmente un'atmosfera calmante che si protrae nella notte.
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Il resto della serata celebra una serie delle opere più belle del compositore italiano, continuando un infinito mare di composizioni emotive. Le file di balconi si curvano verso l’alto, creando un grande anfiteatro per il maestro in fedora e la sua orchestra di talento. Non è certo una tela in bianco per dare vita al suo portfolio, bensì uno spazio che impone un precedente di abilità e classe per le tracce di apertura come ‘Rose Bay’, ‘To Be Sun’ e ‘Punta Bianca’, immerse nello splendore della ricchezza strumentale.
Questa sera ha segnato la culminazione di una settimana straordinaria di spettacoli record in questa venue londinese, un tributo adeguato allo status di Einaudi come il pianista più ascoltato di tutti i tempi. Con l’avvicinarsi dell’estate britannica, la capitale viene gratificata da una serata di luglio indimenticabile e mite, impreziosita da una discografia sfumata di narrazione magistrale e musicisti di livello mondiale. Avvolta nel sontuoso involucro dell’iconica sala, questa è una cornice adatta a una musica che non richiede attenzione, ma la accoglie e la conquista silenziosamente dai suoi ascoltatori. Einaudi offre un’esperienza cinematografica vasta, testimonianza della moltitudine di titoli di film e TV che la sua musica ha accompagnato.
Il concerto si sviluppa tra momenti di impatto e dolcezza, ci sono pause per riflettere prima di lasciarsi travolgere dalla ricchezza e completezza del crescendo dell’ensemble Rimini Classica. Successi come ‘Nuvole Bianche’ e ‘Fly’ vengono valorizzati in uno spazio rinnovato all’interno della grande sala, pronti a farli volare in alto. L’aria si fa più densa mentre i sezioni di archi sbocciano ad ogni climax; un muro di suono che si solleva verso i grandi dischi che circondano il soffitto della hall prima di ricadere come raggi di luce. Le sfumature di blu intenso, arancione e rosso evolvono mentre il tono del set si trasforma.
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Spesso dimentichiamo la potenza grezza e il peso di uno strumento solista. La dolcezza può creare un legame tra artista e pubblico e offrire il principale veicolo per lo storytelling. Ancora una volta, il mondo sonoro di Einaudi si rifiuta di essere ostacolato o limitato dalle aspettative. Man mano che il set si dipana dalle delicate note di ‘I Giorni’ alla grandiosità cinematografica di ‘Experience’, le dinamiche salgono e scendono frequentemente, creando momenti preziosi e silenziosi di riflessione.
A volte, il violoncello di Redi Hasa diventa il narratore principale, con uno sguardo fiero negli occhi e un sorriso raggiante. Altre volte, le textures percussive di Francesco Arcuri introducono tonalità più oscure, invitando a spazi di pensiero e ombra. A metà concerto, l’ensemble si dissolve lasciando Einaudi da solo sotto un raggio di luce singolo. Le delicate note del pianoforte sfiorano il silenzio in un effetto cinematografico; una figura solitaria che evoca mondi emotivi sfumati con il tocco più leggero. L’eleganza e la moderazione risiedono in battute ripetute, morbide modulazioni, ascese delicate e crescendo splendidi. Nuovi pezzi di ‘The Summer Portraits’ sembrano appositamente pensati per questa ambientazione, portando calore, nostalgia, desiderio e il morbido bagliore dorato della sera. Melanconici, ma ottimisti.
La bellezza atmosferica di Einaudi risiede nella dicotomia tra dolcezza e puro potere. A differenza dell’intimità ornamentale dei suoi concerti al Palladium alla fine dello scorso anno, dove erano stati presentati brani di ‘The Summer Portraits’, qui l’immensità aggiunge un’altra dimensione. Quelli che avevano brillato nella relativa intimità del Palladium sono passati in secondo piano, mentre i più improbabili sono saliti sul palco della Royal Albert Hall. Con l’assenza di dispositivi, viene concessa piena attenzione alla musica, per un’esperienza immersiva e senza distrazioni.
Al termine, l’esperienza si fa qualcosa di speciale e sacro, trasportando gli ascoltatori in un luogo personale ma condiviso. Il dono di Einaudi è sempre stata la capacità di raccontare storie senza parole. Questa sera, in uno dei luoghi più iconici al mondo, ci ricorda quanto può parlare silenzio.
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Testi: Maddy Smith Foto: The Red Beanie
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