Segnando sia il loro decimo album in studio sia, in modo cataclismico, i trent'anni dalla pubblicazione del debutto di riferimento per la scena, 'Adrenaline', 'Private Music' arriva in un certo senso come una rivitalizzazione per i Deftones, anche per una band che raramente non è al massimo della forma. A parte la cancellazione del Glastonbury, le settimane precedenti hanno visto il gruppo calcare i palchi di tutto il mondo, culminando con l'annuncio dell'album durante un trionfante concerto da headliner al Crystal Palace e la rivelazione dell'opener 'my mind is a mountain'; un energico brano di quasi tre minuti che si colloca fra la ferocia dei loro primi materiali e le melodie sperimentali dell'ingiustamente sottovalutato 'Saturday Night Wrist'. Se con 'Ohms' del 2020 era tornato nel giro il produttore di 'Adrenaline', Terry Date, qui si sono avvalsi di Nick Raskulinecz — l'uomo dietro l'ampia spinta melodica di 'Diamond Eyes' e 'Koi No Yokan'. Il risultato è un suono che si costruisce senza sforzo sui loro principi fondamentali di ampio respiro, attraversando claustrofobie oscure e paesaggi sonori dilatati, bellissimo sia nella composizione sia nell'esecuzione. 'Private Music' fa leva sui momenti più morbidi per alimentare quelli più pesanti, non ultimo perché la dolce chiusura di 'Souvenir' lascia il posto agli urli distintivi di Chino Moreno quando 'cXz' entra in azione. 'Metal Dream' incarna al meglio l'alternanza di slanci e ricadute, riportando il frontman sull'orlo del nu-metal rap con notevole precisione, lontano da cliché o pastiche, e accoppiato a un ritornello sempre ipnotico. Il brano di punta 'Milk of the Madonna' esplode con riff martellanti che aprono la strada ad alcune delle sue interpretazioni vocali più toccanti di sempre. Che, a quanto si dice, abbia impiegato più di un anno per completare i testi e registrare la voce dopo che la parte musicale era finita è evidente — in qualche modo suona come il loro lavoro più complesso e al contempo più semplice fino a oggi. Poche band sopravvivono per 30 anni, e ancor meno con tanta chiarezza e visione. Con dieci album e tre decadi alle spalle, 'Private Music' mostra una band sia al vertice della forma sia con ancora molto da dare.
Wenn man an Mac DeMarco denkt, denkt man meist an die bei seinen Liveshows beliebten Frat-Boy-Eskapaden, solche Ausgelassenheiten, dass Jackass wie ein Kindergarten wirkt.
Australiens aufstrebende Pop-Ikone Ruel hat Pläne für sein zweites Album 'Kicking My Feet' enthüllt, das am 17. Oktober über Giant Music erscheinen soll. Neben der Ankündigung, die
Omar+ hat ein monumentales Jahr hinter sich. Der DJ, Sänger und Produzent ist in die Charts aufgestiegen und hat mit einigen der angesehensten Namen der elektronischen Musik zusammengearbeitet.
Sydney Rose verwandelt auf „We Hug Now“ den stillen Herzschmerz über den Verlust einer Freundschaft in etwas Zärtliches und Unvergessliches. Mit sanftem Klavier und Gesang, der wie ein geflüstertes Geständnis klingt, fängt der Song die Trauer ein, die entsteht, wenn man sich von jemandem entfernt, den man einst auswendig kannte – eine Art Verlust, über den selten gesungen wird, aber den man unmöglich vergisst.
Seit Jahren sagen mir alle, ich solle zu We Out Here gehen. Wie konntest du noch nie dort gewesen sein? Bist du nicht Musikjournalist? Freunde, DJs, alte Hasen, alle sagen mir das
„I’ve felt better“ begann als pauschale Antwort des Frontmanns Matt Bigland, als Freunde ihn fragten, wie es ihm ging, während er gegen eine lebensbedrohliche Erkrankung kämpfte
Attraversando una claustrofobia cupa e ampi paesaggi sonori, sia la composizione sia l'esecuzione risultano splendide.