Quattro anni dopo il suo esordio 'Skin', candidato al Mercury Prize, il secondo album di Joy Crookes prende il nome da una pianta che prospera in condizioni avverse. La resilienza del ginepro rispecchia le sue esperienze durante la realizzazione dell'album: in dodici tracce racconta storie della felicità e della paura che accompagnano l'innamorarsi, le battaglie per la salute mentale, l'amore queer e l'ansia, su uno sfondo che fonde senza soluzione di continuità R&B, soul e jazz nello stile con cui si è fatta conoscere. È un disco ricco di collaborazioni - il brillante singolo di lancio 'Pass the Salt' vede la partecipazione di Vince Staples e mostra Joy che risponde a una conoscente gelosa che l'ha tradita: «Quando una stronza non dà corda alle voci / Le parole rimangono bloccate in gola». Più avanti Kano è ospite in 'Mathematics', dove esplora le realtà disordinate dell'amore non corrisposto. I problemi di fiducia sono affrontati in 'I Know You’d Kill', ricca di abbellimenti orchestrali, mentre nell'introspettivo brano finale e pezzo di spicco 'Paris' riflette sull'accettare la propria sessualità: «Credevo di essere una peccatrice / Ci è voluto così tanto / Non c'è nulla di dolce in tutto ciò». 'Juniper' è un album che riflette la crescita, è una testimonianza della forza interiore di Joy e pone il suo talento lirico al centro della scena.
Pieni del peso emotivo che hanno già dimostrato di saper trasmettere.
In occasione dell'uscita del decimo album in studio dei titani del rock, Brett Anderson ci illustra le ispirazioni e le interpretazioni di ogni brano.
"Mi sembra quasi di aver dato alla luce un bambino," esclama pH-1, in collegamento da Seoul, Corea del Sud. È passato un mese dall'uscita del suo ultimo
Joe Talbot degli IDLES ha appena condiviso un nuovissimo podcast con la partecipazione di Julian Casablancas. Il musicista di Bristol conduce il suo podcast Oh Gatekeeper, invitando un
Folk rock rassicurante che mette la connessione al centro.
Fin dalla loro apparizione all'inizio degli anni 2000, Modeselektor — Gernot Bronsert e Sebastian Szary — sono diventati una presenza fissa nell'elettronica berlinese in continua evoluzione.
Una testimonianza della forza interiore di Joy.