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JADE offre una masterclass pop da arena al Roundhouse di Londra.

JADE offre una masterclass pop da arena al Roundhouse di Londra.

      Libera da cinismo o da qualsiasi alone di supponenza, sembra quasi che stia ospitando la festa in casa definitiva: una in cui gli estranei ballano guancia a guancia, la playlist è eclettica ma accessibile, e assolutamente tutti sono invitati («Non discrimino — mi piacciono anche gli etero», scherza, dopo aver dedicato ‘Fantasy’ alla sua devota fanbase LGBTQ+). A introdurre — letteralmente su ruote — l’inebriante atmosfera da club del suo prossimo atto sono i doppietti dell’album ‘Self Saboteur’ e ‘Lip Service’, per i quali attraversa il palco su un gigantesco ring light di scena con tutta la nonchalance da Madonna di metà anni Duemila. Perché, non dimentichiamolo, JADE è una professionista della performance pop nel senso più vero: ogni battito della coreografia è impeccabilmente coordinato (anche la presumibilmente impegnativa sezione con le sedie di ‘Glitch’), e nessun momento è lasciato al caso (quando scompare per un rapido cambio d’abito, un folle mash-up di Cascada, Bryan Adams e Guru Josh Project è più che sufficiente per intrattenerci). Questo, forse, è il suo risultato più impressionante; qualunque versione di sé decida di incarnare, che sia la provocatrice sessualmente liberata (‘Midnight Cowboy’), la girl boss camp (‘gossip’, collaborazione con i Confidence Man), o la sincera ragazza di South Shields che ce l’ha fatta (la ballata da balcone ‘Silent Disco’), lo fa senza mezzi termini. E così riesce a tradurre lo spirito centrale di ‘THAT’S SHOWBIZ, BABY!’ — che lei sia contemporaneamente un prodotto, una vittima e una fiera portabandiera dell’industria pop — nello spazio live con stupefacente convinzione. Ha dunque perfettamente senso che scelga di introdurre il gran finale di stasera, ‘Angel Of My Dreams’, con una sequenza nuziale completa di voti matrimoniali — un acuto promemoria che, nel bene e nel male, è entrata per sempre a far parte di quella famiglia incasinata. JADE non si vergogna delle sue origini, per nulla. Ma la performance di stasera dimostra soltanto che, oltre a questo, è molto di più.

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