Vulnerabile, visceral e sinceramente consapevole di sé, gli ultimi singoli di Sydney Sprague la trovano in preda a spirali, voli e ricerche di sollievo in tutti i momenti caotici di passaggio. Mentre si prepara a pubblicare il suo terzo album «Peak Experience», l’indie rocker di Phoenix si apre su ansia, estremi emotivi e il riappropriarsi del controllo attraverso canzoni cathartiche e ricche di chitarra.
Stream: «Long Island» – Sydney Sprague
Sono troppo in alto nel campo della fiera, andando veloce come una fottuta su una ruota panoramica…
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Sydney Sprague cattura l’intensità vertiginosa e l’equilibrio instabile dei momenti di alti e bassi della vita in poche linee vivide.
Il suo prossimo terzo album, Peak Experience (in uscita il 26 settembre), guida gli ascoltatori tra il vortice di provare tutto contemporaneamente – vulnerabile e viscerale, drammatico e dinamico, orecchiabile e sincero. Con un lirismo tagliente e un’energia emozionale elettrizzante, i recenti singoli di Sprague colpiscono al cuore dell’ansia moderna, dell’isolamento e della catarsi che deriva dal trasformare il caos in arte. Peak Experience non è solo il suo ultimo lavoro, è Sydney Sprague al suo massimo splendore.
Peak Experience – Sydney Sprague
Da quando il suo acclamato debutto del 2020, maybe i will see you at the end of the world, Sydney Sprague ha costruito una reputazione per un indie rock che risuona con chiunque si sia mai sentito intrappolato tra il sognare di allontanarsi e trovare chiarezza. Il suo incessante tour con band come Jimmy Eat World, Dashboard Confessional e The Front Bottoms ha approfondito il suo legame con il pubblico, alimentando un’evoluzione che è sia intensamente introspettiva sia audacemente rivolta all’esterno. Registrato nel suo studio di casa a Phoenix, Arizona, Peak Experience segna un momento cruciale di libertà creativa per la cantante, autrice e multi-instrumentista di 33 anni – ogni brano progettato esattamente secondo i suoi termini, libero da aspettative esterne.
Dall’ansia pura di «Fair Field» e dalla disperazione emotiva di «As Scared As Can Be», fino alla spirale esistenziale febbrile di «Flat Circle» e alla catharsis intima e implorante di «Long Island», gli ultimi brani di Sydney Sprague rivelano un’artista nel suo stato più vulnerabile, viscerale e vibrante – mettendo in luce le sue profondità sia come autrice che come chitarrista.
Sydney Sprague © Ellie Carty
Un sogno febbrile disorientante, intriso di ansia e realtà distorta, «Fair Field» è arrivato lo scorso marzo come singolo di punta di Peak Experience, sfumando umorismo e horror in un modo che solo Sprague può fare. Un’interpretazione fervente e brutalmente sincera del tumulto interiore e della dissociazione, il brano cattura il caos surreale e vorticoso di un brutto viaggio in una stanza d’albergo – e le conseguenze emotive che persistono molto dopo che l’euforia svanisce. Inserito tra i nostri 117° Editor’s Picks, Atwood Magazine ha definito il singolo come “parte divertente e parte panic-inducing – il suono di un vortice in tempo reale”.
«As Scared As Can Be» è arrivato in maggio, immergendosi nella follia di amare troppo qualcuno, senza sbocco risolutivo – doloroso, bello e implacabile. «Per me è pura disperazione», dice Sprague. «È amare una persona fino alla pazzia totale e non avere idea di cosa fare a riguardo.»
Gli ultimi due brani sono altrettanto sorprendenti quanto profondamente toccanti. Il brano acuto «Flat Circle» riflette sugli infiniti «se» della vita, catturando il tormento delle decisioni prese e delle opportunità perdute attraverso riff esplosivi e lyrical contemplativi. Il più morbido, lungo un minuto e mezzo, «Long Island», riduce emozioni complesse in un breve ma potente lampo, implorando sollievo tra il tumulto emotivo.
«Quando devi scegliere tra connessione e auto-preservazione perché la verità è troppo ingarbugliata o semplicemente troppo impossibile da comunicare… è un appello disperato a un momento di tregua dagli orrori», condivide Sprague. «È una richiesta sincera per un altro Long Island Iced Tea.»
Questi quattro brani costituiscono solo metà di Peak Experience, un album che promette brusche virate emotive, pugni allo stomaco lirici e il classico gioco di spinta e trazione tra fascino e caos, tra confusione e chiarezza, che caratterizza il lavoro più affascinante di Sprague.
Sydney Sprague © Ellie Carty
La musica di Sydney Sprague è sempre stata incentrata sulla navigazione del caos della vita attraverso melodia e sincerità.
Con Peak Experience, raggiunge un’altezza emozionante, creando un disco tanto riconoscibile quanto indimenticabile. «Il mio obiettivo con la musica è sempre stato quello di prendere sentimenti con cui faccio fatica a conviverci e metterli da qualche parte fuori dalla testa», spiega Sprague. «Se posso aiutare qualcuno ad affrontare le proprie emozioni come altri artisti mi hanno aiutato, sarebbe fantastico.» E con questa collezione straordinaria, è pronta proprio a farlo.
Leggi la nostra intera intervista con Sprague più sotto e resta sintonizzato per altri aggiornamenti mentre continua a svelare le vette sonore e emotive di Peak Experience, in uscita ovunque il 26 settembre!
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Vulnerabile, visceral e vividamente consapevole di sé, le ultime singole di Sydney Sprague la trovano in una spirale, in volo e alla ricerca di sollievo in tutti i momenti confusi e intermedi. Mentre si prepara a pubblicare il suo terzo album, «Peak Experience», il rocker indipendente di Phoenix si apre sull'ansia, gli estremi emotivi e il riprendersi il controllo attraverso canzoni catartiche e intrise di chitarra.